Le informazioni presenti sono estratte dal libro “Salseando y Bailando”, scritto dal maestro Enzo Conte.
Il libro è disponibile sulla seguente pagina: www.enzoconte.it
Il son cubano è sicuramente una delle forme musicali che maggiore importanza hanno avuto nell’evoluzione della salsa.
Secondo la tradizione nacque nella provincia di Oriente, in particolare nella Sierra Maestra dove umili "campesinos" cubani lavoravano la terra e si riunivano al calar della sera per dare vita alle loro feste, denominate "guateques", dove intonavano i loro canti ed eseguivano i loro balli.
Inizialmente si conobbe con altri nomi come changuì e capetillo. Tra i suoi antecedenti troviamo anche il nengòn.
Il musicista Laureano Fuente Matons asserisce che furono due sorelle cubane, Micaela e Teodora Guines, a comporre nel secolo XVI il primo son, noto come: “El son de la Ma Teodora”. Altri storici però non condividono questa versione e fanno invece risalire la sua nascita nei secoli successivi.
Sebbene il son non abbia un inventore definito, né una data esatta d'inizio, possiamo prendere un tema del compositore Efraín Gonzales per spiegarne le origini:
“Da dove viene il son
mi domanda molta gente.
Gli dico sinceramente
che fu creato da Dio
quando vide che in questo mondo
mancava un ritmo profondo
che rallegrasse il cuore..."
Di certo divenne popolare a Santiago intorno al 1892, grazie alle interpretazioni di Nené Mafungas, un artista che già all’epoca si esibiva con il tres, la tipica chitarra cubana.
La sua diffusione in tutta l’isola fu favorita da un evento storico. Nel 1910 il generale José Miguel Gomez stabilì con un decreto la rotazione delle truppe militari all’interno dell’isola. Così, grazie ai soldati dell' Ejercito Permanente, il son arrivò all’Habana (dove nacque il son habanero) e la rumba a Santiago.
Fu però a partire dall 1929 che il son acquisisce prestigio internazionale, grazie al Sexteto Nacional di Ignacio Piñeiro che si esibisce con successo durante l’esposizione ibero-americana di Siviglia e, successivamente, nel 1933, alla fiera mondiale di Chicago.
In quegli anni, grazie anche al contributo di altri grandi interpreti come El Sexteto Habanero, il celeberrimo Trio Matamoros, la Sonora Matancera e l’orchestra di Don Azpiazu, il son si afferma definitivamente nel gusto musicale dell’epoca.
La popolarità del son provocò la nascita di una quantità incredibile di varianti (se ne calcolano almeno 22 in tutta l’isola), la più celebre delle quali sarà il son montuno, la cui struttura diverrà la base della moderna salsa.
Altre varianti importanti sono il sucu sucu (tipico della Isla de la Juventud), il son pregon, la guaracha-son, il son-guaguancò (che ebbe uno straordinario successo soprattutto a New York) e l'afro-son.
Musicalmente parlando il son è un canto di origine popolare che combina una parte lirica nella quale si espone il tema (il son) con una parte più movimentata (il montuno) caratterizzata dalla forma domanda e risposta (tra un coro ed una solista) di diretta discendenza africana.
Possiamo considerarlo un felice sincretismo musicale tra gli strumenti percussivi africani e gli strumenti a corda spagnoli, tra la decima spagnola e il canto antifonale tipicamente africano.
In origine la formazione classica del son era il quartetto che però a partire dagli anni ‘20 si trasformò in sestetto.
Era composto da un contrabasso (in origine da una botija o una marimbula), dal tres (la tipica chitarra cubana a nove corde), dalla tradizionale chitarra a sei corde e dalla sezione ritmica formata da bongo, maracas e due particolari bastoncini di legno duro (utilizzati come abbiamo visto anche nella rumba) chiamati claves che servivano a scandire il tempo.
Tanto importante era la funzione delle claves che a Cuba già all’epoca si usava dire che “Sin clave no hay son”.
Più tardi a questa formazione Ignacio Piñeiro, leader del glorioso Sexteto Nacional, aggiunse una tromba dando vita così al settetto, che grande importanza avrà nell’evoluzione della musica cubana. Alla penna di Ignacio Piñeiro si deve la creazione di due grandi classici del genere: “Suavesito“ e “Echale salsita”, quest'ultimo composto nel 1929 e passato alla storia per essere il primo tema musicale in cui apparirà la parola salsa.
In quegli anni l’isola stava soffrendo la forte repressione del regime del presidente Machado (1925-33) che guidava con mano forte le redini del paese. La conquistata indipendenza non aveva introdotto a Cuba una vera democrazia e il tessuto sociale del paese si vedeva inesorabilmente spaccato ancora in tre grandi classi sociali: la borghesia (di diretta discendenza spagnola), i contadini e infine la popolazione di origine africana che, soppressa, almeno a parole la schiavitù, ancora non riusciva a trovare una sua collocazione.
Il panorama sociale era quindi in continua ebollizione e ciò costringeva il presidente Machado a contrastare tutte le novità e le aspirazioni democratiche del paese. Persino il son venne perseguitato e fu addirittura proibito nei saloni dell’alta società, in quanto considerato indecente.
Lo scrittore colombiano Hernando Calvo Ospina ci riporta nella sua interessante opera “Havana heat, Bronx beat”, la seguente notizia apparsa il 31 marzo 1917 su un giornale di Cienfuegos: “Ieri la polizia ha arrestato un gruppo di donne che stavano ballando il son in maniera scandalosa al numero 50 di Arango street.” Lo stesso autore ci informa però che solo un anno dopo, nel 1918, il son veniva ballato in uno dei più esclusivi club della stessa città: lo Yacht club ball.
Intorno al son si era ormai scatenato un grandissimo interesse favorito dal nascere dell’industria discografica e dal grande numero di musicisti e compositori che ad esso si ispiravano. Il son finì così con l’influenzare anche il danzon al punto che un noto compositore, il maestro José Urfé, decise di inserirlo come parte finale di una sua composizione “El bombin de Barreto” che servì da esempio alle future generazioni di compositori cubani (1910).
Fra gli interpreti più popolari del son ricordiamo anche Bienvenido Julian Gutierrez, il trombettista Felix Chapotin, il grande cantante Benny Moré e soprattutto il tresista Arsenio Rodriguez, a cui si deve, a partire degli anni ‘40, la creazione dei primi conjuntos di son. Nei conjuntos apparvero per la prima volta il piano ed uno strumento tanto fondamentale come le congas, mentre le trombe salirono da una a tre.
La creazione del Conjunto determinò la nascita di un son più propriamente urbano...
Autore dell'Articolo
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